Arezzo
Arezzo è un comune di 95.229 abitanti, capoluogo della provincia omonima.
Il comune di Arezzo è situato alla confluenza di tre delle quattro vallate che compongono la sua provincia. Direttamente a Nord della città ha inizio il Casentino, che è la valle percorsa dal primo tratto dell'Arno; a Nord-Ovest si trova il Valdarno Superiore, sempre percorso dall'Arno nel tratto che scorre fra Arezzo e Firenze; a Sud si trova la Val di Chiana, una pianura ricavata dalla bonifica di preesistenti paludi, il cui più importante corso d'acqua è il canale maestro della Chiana. Tramite l'agevole valico del Torrino e la valle del Cerfone, si ha accesso a Est alla quarta vallata, la Valtiberina, percorsa dal primo tratto del Tevere. Il territorio del comune è molto ampio e vario: si passa dalla pianura che si apre sulla Val di Chiana e sull'Arno, alle colline, a Sud della città, a zone montuose, soprattutto ad Est. I comuni confinanti sono numerosi: sul lato Val di Chiana ci sono Civitella in Val di Chiana e Castiglion Fiorentino; sul lato Valdarno superiore ci sono Laterina e Castiglion Fibocchi; sul lato Casentino c'è Capolona; sul lato Val Tiberina ci sono Anghiari e Monterchi e la provincia di Perugia, in Umbria.
CENNI STORICI
Arezzo sorse in epoca pre-etrusca in una zona abitata fin dalla preistoria, come dimostra il ritrovamento del cosiddetto "uomo dell'Olmo", risalente al Paleolitico, avvenuto nei pressi dell'Olmo durante i lavori di scavo di una breve galleria della linea ferroviaria Roma-Firenze nel 1863. Fu poi una delle principali città etrusche, sede di una delle 12 lucumonie. A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come la "Chimera", oggi conservata a Firenze, la cui immagine caratterizza talmente la città quasi da diventarne un secondo simbolo. Nel III secolo avanti Cristo Arezzo fu conquistata dai Romani che la nominarono Arretium. Durante l'epoca romana, specialmente nel periodo repubblicano, divenne un simbolo importantissimo dell'espansione romana a nord, grazie alla sua posizione strategica. Fu un centro di lavorazione dei metalli e, soprattutto, di vasi di ceramica: i vasi prodotti ad Arezzo erano detti "corallini" per il loro colore. Con la diffusione del Cristianesimo, Arezzo divenne sede di episcopato. Si tratta di una delle poche città di cui sono noti tutti i vescovi che si sono succeduti fino ad oggi. Durante il medio evo i vescovi assunsero anche il potere politico (vescovi-conti). A questo periodo risalgono il perduto "Duomo Vecchio" del colle del Pionta, ai cui lavori partecipò Maginardo, l'attuale Cattedrale e la Pieve di Santa Maria. Dopo il Mille, l'ordinamento della città ebbe un'evoluzione e si affermò il libero comune. La città si dotò anche di una università, lo Studium, i cui ordinamenti risalgono al 1252. La parte prevalente fu quella ghibellina ma questa subì una disfatta nella battaglia di Campaldino (1289) nei pressi di Poppi. In questa battaglia, a cui partecipò Dante Alighieri per la parte guelfa, morì anche il vescovo di Arezzo Guglielmino Ubertini. In seguito si affermò la signoria dei Tarlati di Pietramala, il cui principale esponente fu Guido Tarlati che divenne vescovo nel 1312 e che continuò a mantenere buoni rapporti con la fazione ghibellina, in Toscana e fuori: ad esempio, con gli Ordelaffi di Forlì. Nel 1384 Arezzo fu annessa allo stato toscano dominato da Firenze. In questo periodo furono realizzati da Piero della Francesca gli affreschi della Leggenda della Vera Croce nella basilica di San Francesco. Vi fu, poi, un decadimento economico e culturale della città. La parte più antica, comprendente la rocca e la Cattedrale, fu profondamente modificata con la costruzione della Fortezza Medicea, esempio precoce di fortificazione alla moderna. Nel XVIII secolo fu portata a termine la bonifica della Val di Chiana. Nel 1796 cominciò una campagna militare di invasione dell'Italia da parte dei Francesi. Il generale comandante di questa invasione era Napoleone Bonaparte. Anche Arezzo fu conquistata ma nel 1799 fu il centro del movimento del "Viva Maria", una delle insorgenze antinapoleoniche avvenute in quegli anni in Italia. In seguito a questi fatti Arezzo fu riconosciuta dal Granduca di Toscana capoluogo di provincia. Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi Arezzo, entrò a far parte del regno d'Italia. In questo periodo, anche grazie all'avvenuta bonifica della Val di Chiana, Arezzo ritornò ad essere un nodo delle principali vie di comunicazione fra Roma e Firenze.
Il comune di Arezzo è situato alla confluenza di tre delle quattro vallate che compongono la sua provincia. Direttamente a Nord della città ha inizio il Casentino, che è la valle percorsa dal primo tratto dell'Arno; a Nord-Ovest si trova il Valdarno Superiore, sempre percorso dall'Arno nel tratto che scorre fra Arezzo e Firenze; a Sud si trova la Val di Chiana, una pianura ricavata dalla bonifica di preesistenti paludi, il cui più importante corso d'acqua è il canale maestro della Chiana. Tramite l'agevole valico del Torrino e la valle del Cerfone, si ha accesso a Est alla quarta vallata, la Valtiberina, percorsa dal primo tratto del Tevere. Il territorio del comune è molto ampio e vario: si passa dalla pianura che si apre sulla Val di Chiana e sull'Arno, alle colline, a Sud della città, a zone montuose, soprattutto ad Est. I comuni confinanti sono numerosi: sul lato Val di Chiana ci sono Civitella in Val di Chiana e Castiglion Fiorentino; sul lato Valdarno superiore ci sono Laterina e Castiglion Fibocchi; sul lato Casentino c'è Capolona; sul lato Val Tiberina ci sono Anghiari e Monterchi e la provincia di Perugia, in Umbria.
CENNI STORICI
Arezzo sorse in epoca pre-etrusca in una zona abitata fin dalla preistoria, come dimostra il ritrovamento del cosiddetto "uomo dell'Olmo", risalente al Paleolitico, avvenuto nei pressi dell'Olmo durante i lavori di scavo di una breve galleria della linea ferroviaria Roma-Firenze nel 1863. Fu poi una delle principali città etrusche, sede di una delle 12 lucumonie. A questo periodo risalgono opere d'arte di eccezionale valore, come la "Chimera", oggi conservata a Firenze, la cui immagine caratterizza talmente la città quasi da diventarne un secondo simbolo. Nel III secolo avanti Cristo Arezzo fu conquistata dai Romani che la nominarono Arretium. Durante l'epoca romana, specialmente nel periodo repubblicano, divenne un simbolo importantissimo dell'espansione romana a nord, grazie alla sua posizione strategica. Fu un centro di lavorazione dei metalli e, soprattutto, di vasi di ceramica: i vasi prodotti ad Arezzo erano detti "corallini" per il loro colore. Con la diffusione del Cristianesimo, Arezzo divenne sede di episcopato. Si tratta di una delle poche città di cui sono noti tutti i vescovi che si sono succeduti fino ad oggi. Durante il medio evo i vescovi assunsero anche il potere politico (vescovi-conti). A questo periodo risalgono il perduto "Duomo Vecchio" del colle del Pionta, ai cui lavori partecipò Maginardo, l'attuale Cattedrale e la Pieve di Santa Maria. Dopo il Mille, l'ordinamento della città ebbe un'evoluzione e si affermò il libero comune. La città si dotò anche di una università, lo Studium, i cui ordinamenti risalgono al 1252. La parte prevalente fu quella ghibellina ma questa subì una disfatta nella battaglia di Campaldino (1289) nei pressi di Poppi. In questa battaglia, a cui partecipò Dante Alighieri per la parte guelfa, morì anche il vescovo di Arezzo Guglielmino Ubertini. In seguito si affermò la signoria dei Tarlati di Pietramala, il cui principale esponente fu Guido Tarlati che divenne vescovo nel 1312 e che continuò a mantenere buoni rapporti con la fazione ghibellina, in Toscana e fuori: ad esempio, con gli Ordelaffi di Forlì. Nel 1384 Arezzo fu annessa allo stato toscano dominato da Firenze. In questo periodo furono realizzati da Piero della Francesca gli affreschi della Leggenda della Vera Croce nella basilica di San Francesco. Vi fu, poi, un decadimento economico e culturale della città. La parte più antica, comprendente la rocca e la Cattedrale, fu profondamente modificata con la costruzione della Fortezza Medicea, esempio precoce di fortificazione alla moderna. Nel XVIII secolo fu portata a termine la bonifica della Val di Chiana. Nel 1796 cominciò una campagna militare di invasione dell'Italia da parte dei Francesi. Il generale comandante di questa invasione era Napoleone Bonaparte. Anche Arezzo fu conquistata ma nel 1799 fu il centro del movimento del "Viva Maria", una delle insorgenze antinapoleoniche avvenute in quegli anni in Italia. In seguito a questi fatti Arezzo fu riconosciuta dal Granduca di Toscana capoluogo di provincia. Nel 1860 il Granducato di Toscana, e quindi Arezzo, entrò a far parte del regno d'Italia. In questo periodo, anche grazie all'avvenuta bonifica della Val di Chiana, Arezzo ritornò ad essere un nodo delle principali vie di comunicazione fra Roma e Firenze.